Titolo originale: The edge of love
John Maybury
Gran Bretagna - 2008
(il film da noi è arrivato direttamente in home video)
Il film, biografico, racconta parte della vita del poeta gallese Dylan Thomas (1914-1953).
Londra,
Seconda guerra mondiale, la città è sotto i bombardamenti e la cantante
Vera Phillips si esibisce per i soldati e nei sotterranei della
metropolitana per gli sfollati. Ricompare all'improvviso in città, e
nella sua vita, l'amico di infanzia nonché primo grande amore, il poeta
Dylan Thomas. Dopo qualche giorno di illusione, in cui Vera pensa di
ricostruire un rapporto sentimentale con l'uomo, arriva a Londra anche
la moglie del poeta, Caitlin McNamara. Dopo l'iniziale ostilità, tra le
due donne nasce un rapporto di amicizia e complicità, e Vera ospita i
coniugi Thomas nella piccola stanza dove vive. Nel frattempo, un
ufficiale dell'esercito inglese, William Killick, si innamora di Vera. I
due si sposano prima che il soldato venga mandato al fronte. Poco dopo
la partenza del marito, Vera scopre di essere incinta. Decide così di
tornare nella terra natia, in Galles, con Thomas e Caitlin, che
raggiungono il loro figlio. La vita in Galles e la convivenza con gli
amici avrà però degli effetti disastrosi sulla vita di tutti.
Dopo l'imbarazzante "thriller" The Jacket,
John Maybury cambia genere passando al film storico, o meglio
biografico (scelta confermata nel suo successivo lavoro: la co-regia di
una serie televisiva intitolata I Borgia).
Romanzare la vita di personaggi
famosi, che siano poeti, cantanti, attori, pittori o quant'altro, fa
parte del lavoro di un regista che sceglie di dirigere un film
biografico (altrimenti sarebbe un documentario). Personalmente non ho
mai letto la biografia di Dylan Thomas (mentre conosco alcune delle sue
poesie), per cui non posso giudicare quanto la sceneggiatura di Sharman
Macdonald aderisca alla verità storica. Sicuramente il ritratto del
poeta che risulta dal film non è benevolo: egoista, vigliacco, cinico,
misogino, maleducato, presuntuoso, infantile, egocentrico sono solo
alcuni degli aggettivi che caratterizzano il personaggio di Dylan Thomas
(interpretato da Matthew Rhys). Caitlin (Sienna Miller) è la donna che
sta dietro (e nell'ombra) del grande poeta, che lo ispira e lo
accudisce, pur tra molte sofferenze. Vera (Keira Knightley) è la ragazza
innamorata di un ricordo, che non riesce mai del tutto a liberarsi
dell'influenza e della seduzione che il suo primo amore esercitano su di
lei. La storia rimane un po' inceppata tra i meccanismi che governano i
rapporti fra i tre protagonisti e, dopo la prima ora, se ne avverte la
pesantezza. Il film, tuttavia, riesce nell'intento di dare vita a dei
personaggi estremamente complessi, in balia di sentimenti ed emozioni
contrastanti; non solo l'amore del titolo, ma anche, e forse
soprattutto, la gelosia, la paura, l'orgoglio, il rimorso, il dolore.
Pur essendo un film biografico su Dylan Thomas (le cui poesie vengono
lette ogni tanto da una voce fuori campo), il suo è il personaggio più
abbozzato, mentre molto spazio viene dato alle due donne. Forse è dai
tempi di Marlene Dietrich che non veniva dato così tanto risalto ad un
volto femminile sullo schermo, come avviene in questo film con Keira
Knightley.
Titolo originale: Il cuore grande delle ragazze
Pupi Avati
Italia - 2011
Campagna
italiana anni 30. Carlino Vigetti, figlio di braccianti, è un giovane
notoriamente stupido (oltre che analfabeta) ma tutte le donne del paese
cadono ai suoi piedi. Il motivo? Il suo alito che profuma di biancospino
(è stato concepito dai genitori in una siepe) è irresistibile. Sisto
Osti, il padrone della terra su cui vive e lavora la famiglia Vigetti,
ha due figlie zitelle a cui non riesce proprio a trovare un marito. La
seconda moglie Rosalia lo convince a prendere in considerazione il
giovane Carlino. Per la disperazione, Sisto accetta. Il ragazzo viene
comprato con la promessa di una moto Guzzi in regalo e i patti sono
chiari: dopo un mese di frequentazione delle due ragazze, Carlino dovrà
scegliere la sua futura sposa. Ogni sera il ragazzo si reca a casa Osti
per un'ora di conversazione con le zitelle. Ma proprio nella sera che
segna lo scadere del mese, Carlino incontra Francesca, figlia del
precedente matrimonio di Rosalia, in visita alla famiglia. Tra i due
giovani sboccia subito l'amore, nonostante il parere contrario della
famiglia Osti. Riusciranno a coronare il loro sogno d'amore nonostante
le difficoltà?
Pupi Avati ha alle
spalle quarant'anni di carriera come regista. Con una produzione così
vasta, è normale ogni tanto sbagliare un colpo. Per quanto mi riguarda,
questo giro l'ha sbagliato (già il suo film precedente, Il figlio più piccolo - 2010 - non convinceva del tutto, ma lo si perdonava visto che, nello stesso anno, aveva girato un piccolo capolavoro quale Una sconfinata giovinezza).
Prima di tutto non si capisce se questa commediola insipida guardi con
un occhio benevolo o meno alla realtà che racconta, vale a dire la
condizione di subalternità della donna in epoca fascista. Carlino, così
come il padre prima di lui, è un vero dongiovanni, ma gli uomini vanno
perdonati perchè, si sa, hanno "quel problemino lì", come dice
Francesca. Donne indulgenti dal cuore grande... in altre parole, cretine
sottomesse. Le donne sposate devono occuparsi della casa, dei figli e
del marito. A quelle che "sbagliano" (la zia di Carlino ex prostituta)
verrà rinfacciato l'errore per tutta la vita e non meriteranno rispetto.
Quelle che non si sposano (le due zitelle e Sultana, la sorella di
Carlino a cui non arrivano le mestruazioni) rimangono chiuse in casa
senza contatti con il mondo esterno. Al racconto si tenta di dare quel
tono di favola (a partire dal particolare del personaggio con l'alito
che sa di biancospino) che accompagna la rievocazione di un passato
lontano (e forse migliore?). Infatti la voce narrante è quella del
fratello minore di Carlino che, una volta invecchiato, decide di
scrivere questa storia in un libro. Ma di favola la storia non ha
praticamente niente, non si riesce a rendere tenera una storia d'amore
ridicola tra un deficiente che apre bocca solo per dire "devo fare
l'amore" o "è biancospino, tutto naturale" e una ragazzetta (finta)
bigotta che pensa solo a cosa indosserà la prima notte di nozze. Anche
davanti al finale, ovviamente da favola, lo spettatore non può evitare
di pensare "sì, e vissero felici e contenti... ma di lì a pochi anni non
scoppierà la guerra?".
Cesare
Cremonini è e rimane principalmente un cantante pop. Già nel 2002,
sfortunatamente, qualcuno (nella specie, Valerio Andrei) aveva avuto la
malsana idea di farne il protagonista di un filmetto generazionale (Un amore perfetto). Dopodiché, la sua carriera cinematografica si è limitata a piccoli ruoli in due film di Pupi Avati: Ma quando arrivano le ragazze? (2005) e Una sconfinata giovinezza. C'è da sperare che la sua carriera nel cinema si fermi qui.
è
un vero peccato invece per Micaela Ramazzotti che, dopo una lunga serie
di ruoli minori in almeno una decina di film italiani dal 1997, aveva
appena conquistato il pubblico con un ruolo da protagonista nel film del
marito PaoloVirzì, La prima cosa bella (2010). è un peccato che
al suo secondo ruolo da protagonista sia inciampata in un personaggio
così detestabile e in un film così mediocre.
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