Sam Mendes
USA - 2008
Trailer italiano
Nel 1999, con l'indimenticabile American Beauty, Sam Mendes ci ha guidati alla scoperta delle ipocrisie e delle contraddizioni di una tipica famiglia americana del ceto medio-alto. Con Revolutionary Road ripete l'operazione, con un cambiamento di ambientazione e di tono. Dai giorni nostri all'America degli anni 50, dall'ironia provocante al dramma. Tratto dall'omonimo romanzo di Richard Yates (pubblicato negli Stati Uniti nel 1961 e tre anni dopo in Italia con il titolo I non conformisti), il film ha per protagonisti i coniugi Wheeler.
Frank e April hanno tutte le carte per essere felici: lui ha un solido lavoro in una compagnia, lei è casalinga, hanno due figli (un maschio e una femmina, perfetto), una bella casa in Revolutionary Road, in un sobborgo di New York ("un amore di casa su un amore di collina, così sbarazzina in cima a quella salitella!" cinguetta l'agente immobiliare), un giro di amicizie composto da altre coppie borghesi. Non fosse che i Wheeler partono dalla premessa di essere speciali, e per questo desiderano una vita diversa. April coltiva delle aspirazioni come attrice, ma l'unico ruolo che la vita ha per lei è quello di casalinga - madre - moglie. Frank appare meno convinto e la sua insofferenza sembra ricalcare un copione prestabilito (una sorta di manuale dell'anticonformista): non vuole finire come suo padre e ha delle generiche aspirazioni a fare "qualcosa di più". Frank non ha un preciso talento: non è scrittore, né artista, sa soltanto quello che non vuole. Quando April gli offre l'occasione di scoprire cosa fare della sua vita (per lui, ma fores più per se stessa, disperatamente bisognosa di credere nella loro "unicità") i coniugi si imbarcheranno nell'impresa di trasferirsi a Parigi. Un progetto che metterà a nudo risentimenti e conflitti.


Mendes coglie diverse costanti della narrazione di Yates, come il bere, il fumare, la follia come fuga, e le sparge sapientemente lungo il film, creando diversi spunti interessanti. Racconta la storia con uno stile lineare e composto, con qualche raro flashback per mostare com'erano i giovani innamorati e come sono diventati, con molte sequenze alternate di Frank ed April incastrati nel loro ambiente quotidiano, l'ufficio per lui, la casa per lei, e molti dialoghi serrati che rivelano la matrice teatrale.
L'ambiente ricalca perfettamente i film anni 50, ogni dettaglio è restituito con puntuale fedeltà. La fotografia di Roger Deakins, dalle tonalità ocra, con la sua luce fredda e densa avvolge gli interni caricandoli di solitudine e distanza. Le melodie di Thomas Newman sottolineano con il loro manierismo la compostezza dell'ambientazione.
Il risultato è un'opera sincera, capace di portare lo spettatore dentro alla vita dei coniugi, come uno dei tanti ospiti, accomodato su un soffice divano a sorseggiare un liquore o mangiare qualche prelibato stuzzichino. Un risultato ottenuto grazie anche alle sapienti interpretazioni dei due protagonisti: Leonardo Di Caprio, i cui lineamenti si sono induriti negli anni, incarna perfettamente il ragazzino troppo cresciuto, che, spaventato dalla forza della moglie, trasforma la frustrazione in aggressività, si attacca alla bottiglia e trova nel letto di un'adorante segretaria le conferme di cui ha bisogno. Kate Winslet ha la compostezza e la distanza di una statua, carica di rabbia e tristezza. Innumerevoli inquadrature la vedono immobile, con il braccio teso e una sigaretta perennemente accesa. Il ritratto di una donna profondamente ferita, April, che non può dimenticare ciò che è stato detto, non può coprire la verità sotto un banale chiacchiericcio, perchè "il bello della verità Frank è che tutto sanno qual'è... nessuno dimentica la verità, si diventa solo più bravi a mentire".
P.S.: consiglio vivamente di leggere il romanzo di Yates
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